Ieri, il 5 marzo, presso il Teatro Dal Verme a Milano si è esibita Levante. Dopo il 2017 pieno di successi (successo discografico del disco Nel caos di stanze stupefacenti, la pubblicazione del primo romanzo, la partecipazione a X-Factor in veste di giudice) la cantautrice sicula di nascita ma torinese di adozione apre il 2018 con un tour molto diverso da quello dell’anno scorso – 19 serate nei teatri in tutta l’Italia, tra cui due, il 4 ed il 5 marzo al Teatro Dal Verme di Milano.
Si chiama infatti Caos in Teatro la serie dei concerti ma è un caos solo di nome, in omaggio all’ultimo disco dell’artista. Lo show non ha niente di caotico – segue una scaletta ben precisa, è diretto e curato fino all’ultimo dettaglio. Si conclude addirittura con una specie di titoli di coda proiettati su un grande schermo sul palco, una bellissima idea per ringraziare, per il loro lavoro, tutti i soggetti coinvolti nella preparazione dello spettacolo.
Entrambe le date milanesi sono sold-out e tutto inizia con gli spazi del teatro al completo qualche minuto dopo le 21. Tra il palcoscenico ed il pubblico un sipario trasparente, sul palco, oltre a Levante, un sestetto di musicisti con tastiere, batterie, chitarre, violoncello, violino e contrabasso. La location è splendida ma intimidisce un po’ il pubblico, che però più tardi si lascia andare.
Con il primo brano, Caos (preludio), scopriamo il perché del sipario che fa da schermo per i bellissimi effetti visivi, completando quelli proiettati sul solito schermo dietro la cantante e la sua band e trasformando il tutto in una scenografia virtuale tridimensionale con stelle, diamanti, ombre e farfalle che non hanno niente a che fare con kitsch. Per entrambe le serate la cantautrice sceglie uno slip dress semplice ma elegante (quello di domenica è verde acqua e quello di lunedì invece hot pink) e degli stivaletti glitterati.
La scaletta mischia l’ultimo disco (eseguito quasi per intero, mancano all’appello solo Le mie mille me e Di Tua Bontà) con dei successi dagli album precedenti come Alfonso, Sbadiglio, Memo o Abbi cura di te. Levante e la sua band non si limitano ad eseguire i pezzi come negli album: la maggior parte dei brani è riarrangiata per lo spettacolo ed è veramente una piacevole sorpresa.
Dopo Farfalle il sipario si alza per tornare qualche brano dopo sotto la forma di una specie di bozzolo che circonda solo la cantante. I brani scorrono senza interruzioni, Levante parla poco e ammette di esser diventata più taciturna per volontà di far parlare le canzoni. Quando non suona la sua chitarra acustica balla e si muove sul palco (che sa tenere da Dio). Il pubblico ballerebbe volentieri con lei, se non fosse intrappolato dalle (comode ma limitanti) poltroncine.
Come già nelle date precedenti a un certo momento l’artista sale tra il pubblico per… portare uno degli spettatori sul palco. Un gesto carino, per ringraziare ed abbracciare in modo simbolico tutto il pubblico.
A concludere la serata prima Duri come me, durante la quale la band si alza in piedi e si avvicina alla cantante dimostrando l’alchimia che c’è tra di loro e poi due grandissimi successi: Pezzo di me ed Abbi cura di te. Applausi e standing ovation costringono l’artista a tornare per un piccolo encore – Alfonso durante il quale i pubblico, rimasto in piedi, finalmente si scatena e balla.
Scaletta:
1. Caos (preludio)
2. Alfonso
3. Diamante
4. La rivincita dei buoni
5. Farfalle
6. Io ti maledico
7. Le lacrime non macchiano
8. Finché morte non ci separi
9. Sentivo le ali
10. 1996 la stagione del rumore
11. Sbadiglio
12. Cuori d’artificio
13. Le parole che non dico mai
14. Non me ne frega niente
15. Tutti i santi giorni
16. Le margherite sono salve
17. Santa Rosalia
18. Memo
19. Io ero io
20. Gesù Cristo sono io
21. Ciao per sempre
22. Duri come me
23. Pezzo di me
24. Abbi cura di te
25. Encore: Alfonso