Mancato decollo
C’era una volta Klaus Luley con i Tokyo e con i Craaft, in una storia di capelli lunghi e hair metal a tinte teutoniche. Nel 2012 l’artista tedesco schitarra ancora, abbarbicato sul cucuzzolo degli anni ’80 che non conoscono tramonti, ma solo nuove albe. E questo, quantomeno per una coerenza espressiva, elemento imprescindibile per chi ha l’Aor nelle vene.
Perciò ancora Luley, tra hard rock tedesco, d’ispirazione Bonfire e Mad Max, ed episodi di rock melodico incorniciati da una produzione all’altezza. Con l’innesto di qualche riferimento agli Scorpions, il quadro è completo. Un quadro in cui si inserisce con disinvoltura anche la cover di “Tokyo”, 31 anni ben portati.
Nessuna soluzione troppo sofisticata ma una assoluta facilità di digestione.
Più fresco e più ruvido è la migliore sintesi di ciò che Luley propone in “Today’s Tomorrow”, rispetto a quella base certa rappresentata dal rock ottantiano di matrice tedesca. Apprezzabile il tentativo di addentrarsi in tutte le tonalità del rock melodico, dall’hard all’Aor, i pezzi sono costruiti con perizia e sono impreziositi da piacevoli assoli chiatarristici. Il neo si trova nei ritornelli, che a volte non sono all’altezza del restante costrutto melodico, lasciando nell’ascoltatore una sensazione di mancato decollo.