La rima micidiale
L’assunto è: probabilmente non li conosci ma, se ti è capitato di ascoltarli, li apprezzi.
Era il 1997 quando i Virginiana Miller si affacciavano sulla scena indipendente con un album dal graffio assicutato ma lontano dai grandi circuiti discografici. Con una nuova copertina e una bonus track all’epoca data in prestito ai L’Upo, i Virginiana ripropongono quel disco che oggi compie 15 anni.
I brani hanno un incedere meno cadenzato di ieri e quel retrogusto acerbo lascia spazio alla consapevolezza di sé. Le parole sono frullate per rendere poetico anche il secchiello da spiaggia, tra disimpegni in inglese, francese e perfino in tedesco. Ora come allora, la musica è di difficile catalogazione. Diremmo indie ma forse non diremmo niente.
C’è grande stile nelle strofe, c’è grande personalità nelle scelte. I Virginiana riescono a ingenerare la malinconia del ricordo e a raccontare lo spietato presente, le stazioni tirreniche in cui non si ferma nessun treno e i teli umidi nei portabagagli delle macchine.