Quando i nomi sono tutto un programma: “Distruzioni per l’uso” è l’album d’esordio della band chiamata “Arnesi” (in uscita il 3 aprile 2017) sia l’uno che l’altro hanno un significato intrinseco nel sound del trio homemade-blues (perdonate il neologismo). Infatti, le loro canzoni nascono dall’utilizzo di veri e propri arnesi, a volte desueti per la musica, come scatole metalliche di sigari, altre più semplicemente passati a nuova vita, come vecchi potenziometri sgangherati o manici di chitarra rotti. Il risultato è un suono ruvido, volutamente graffiante, immediato e fortemente blues.
Nei testi troviamo i vecchi vizi oltreoceano, come il risveglio ammaccato dopo una notte d’eccessi in “Risveglio”, o la critica apparentemente svolazzante alla società odierna in “Presidente”, primo singolo estratto dall’album.
“Distruzioni per l’uso” è un lavoro fresco e diretto, con delle idee accessibili e divertenti, sicuramente suonato con grinta e abilità, specialmente quando si parla dei fraseggi di armonica. Ma troviamo il pelo nell’uovo: alcuni testi, seppur volutamente ironici, funzionano alle prime battute e poi si guardano intorno un po’ incerti, come se non gli fosse stato concesso il giusto merito (“Ieri ho picchiato mia nonna”); da strumenti come armonica e cigarbox guitar ci si aspetta un suono più “Mississipi”, più fumoso e sporco, mentre a tratti la produzione sembra quasi più sul versante rock punk.
In ogni caso ottimo lavoro.