Violini, violoncelli, corni, cori, fiati… alle trombe!
Ecco qui la famiglia (allargata) Baustelle, comodamente disposta sul palco milanese di un Alcatraz completamente esaurito. C’è spazio per tutti, ragazzi di ogni genere ed età, adolescenti accreditati e trepidanti curiosi, comprese le facce screditate dell’ambiente musicale italiano a bordo palco.
Ma quando arriva il momento di parlare di musica, quella sì che si fa sentire. Sconvolgendo ogni aspettativa, la Bianconi&Co. ha confezionato un serata a sua immagine e somiglianza: andante, vera, a tratti vivace, a tratti assente, a tratti intima, a tratti asettica, ma sicuramente coinvolgente.
Grande merito va al pubblico, perfettamente in sincrono con ogni brano, anche il più recente. “I Mistici Dell’Occidente” è fuori da meno di un mese, ma “Le Rane” e “Gli Spietati”, tra i primi brani ad aprire le danze, suonano già come dei piccoli classici. Il nuovo lavoro viene eseguito per intero, fatta eccezione per “L’estate Enigmistica”, e togliendo spazio purtroppo ad estrazioni dai primi due album. Alcuni classici vengono velocemente accorpati in un medley, davvero ben pensato ed eseguito. L’orchestra fa la differenza e l’armonia conquista l’anima. Tanto di cappello! Quello di Clint Eastwood non avrebbe stonato… né suonato.
Gli arrangiamenti fanno venire i brividi, ed i cento preziosi minuti formano la chance di riscoprire anche brani di grande successo come “Charlie Fa Surf, “Il Corvo Joe” e “Panico!”, che in versione orchestrale non ha paragone con la traccia a 44100. Poi ancora “L’Ultima Notte Felice Del Mondo” e “Gomma”, unica canzone scelta a rappresentare l’album “Sussidiario illustrato della giovinezza” dell’ormai lontano 2000.
Ne sono passati dieci di anni, ma i Baustelle non hanno perso affatto i tratti originari imparando a parlare ad un grande pubblico che ama la canzone italiana e senza omologarsi agli standard ossessivi dei media tradizionali.
Tuttavia qualcosa rischia di incrinarsi durante l’avanzare dello spettacolo: sarà la location che non ha aiutato, sarà per il mixaggio non sempre perfetto che agisce a discapito della splendida voce di Rachele Bastreghi, ma a mezz’ora dalla fine c’è già qualcuno che abbandona perplesso via Valtellina. E che dire se non: Peccato!
Perché è proprio sul finire che sono venuti fuori i Baustelle che aspettavamo: musica sontuosa ed elevata a potenza, e vibrazioni. Finalmente, ecco arrivare “Noi bambine Non Abbiamo Scelta” che lentamente si fonde a “Beethoven O Chopin”. Insomma, una cornice da sogno, come è facile citare.
Bravi, sì, e il sold out è tutto meritato, in barba a chi non ci credeva e in rispetto a chi, invece, già lo sapeva.
Cos’è successo poi? Bisognava andarsene davvero, ma “Andarsene Così” a questo punto, è stato degno del più fantastico commiato.