Il sapore dei corpi feriti
Dopo l’inesorabilità tragica de “Il Profeta” Jacques Audiard spinge l’acceleratore sul melò e scolpisce un film crudo e infuocato che tocca l’anima e resta dentro come pochi altri titoli questa stagione. Presentato in concorso a Cannes 2012 ed uscito nelle sale italiane in autunno, “Un Sapore Di Ruggine E Ossa” torna a far parlare di sé per le recenti candidature ai SAG e ai Golden Globes come miglior attrice a Marion Cotillard: nomination all’Oscar in arrivo?
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Quando le speranze sembrano finite il corpo è l’ultimo baluardo attraverso cui restare aggrappati alla vita e cercare un contatto autentico con gli altri. Audiard ci parla di corpi feriti e martoriati: il corpo mutilato e mortificato di Stéphanie, i muscoli gonfi, pesanti e le ossa rotte di Ali. Il suo è un cinema fisico che insegue la bellezza nei contrasti più accesi e non ha paura delle iperboli drammatiche. Tra orche, sangue e ghiacci afferra la purezza delle sensazioni e dei momenti assoluti — il sole sulla faccia, il mare, il ringhio muto di Ali, la sensualità dei corpi che scivolano l’uno sull’altro – e si appoggia su una coppia di attori in stato di grazia che restituiscono i personaggi in tutta la loro ruvida, aspra autenticità.